Una nuova tecnologia per la salute della donna

Una nuova tecnologia per la salute della donna

CaressflowAdmin 30 Marzo 2022

Brevettato dal dottor Leone Condemi uno strumento per contrastare l’atrofia vaginale. La tecnologia oggetto di studi anche esteri.

Si chiama Caress Flow ed è una tecnologia rivoluzionaria realizzata all’Ospedale di Urbino. Unica e quindi un vanto per Area Vasta 1 e la sanità marchigiana. A progettarla Leone Condemi, primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia.

A cosa serve e come funziona?

“E’ uno strumento che offre una soluzione, la prima, contro l’atrofia vaginale che allevia e combatte in poche sedute ambulatoriali grazie all’ossigeno puro e all’acido ialuronico ad uno specifico peso molecolare. L’atrofia vaginale è una patologia della quale molte donne soffrono dopo la meno pausa, in seguito ad alcune cure o al tumore mammario”.

Ieri la presentazione nella sala conferenza del nosocomio alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini. Il direttore di Area Vasta 1, Romeo Magnoni, ha aperto la mattinata con un momento di raccoglimento in memoria di Daniele Tagliolini. Caress Flow è la dimostrazione che l’ospedale di Urbino fa ricerca; è già presente in Italia ed Europa, tra poco viaggerà per il resto del mondo.

“Questo macchinario serve, in questo caso, alle donne con tumore al seno e che si sottopongono a ormone terapia. In alcuni casi la cura può dare seguito ad atrofia vaginale, malattia debilitante. Il macchinario serve a riattivare la mucosa vaginale con l’uso di sostanze naturali, ovvero ossigeno e acido ialuronico – spiega Leone Condemi –. L’intuizione mi è venuta 5 anni fa; usare l’ossigeno terapia (ossigeno medicale puro al 96% circa) molto utilizzato anche in medicina estetica. Ho pensato che potesse trovare impiego anche nella riattivazione della vascolarizzazione della mucosa”.

Poi come si è proceduto?

“Verificando che non ci fosse già una terapia esistente e verificare le possibilità che avesse l’uso dell’ossigeno della mucosa. Questo con ricerche e test. Poi c’è stata la progettazione del device, sempre brevettato da me. I primi studi sono stati da subito con l’Università di Ancona. Visto che il tutto rispondeva in maniera positiva è iniziata la produzione. Le Università si sono interessate in maniera spontanea e ci sono studi internazionali che dimostrano l’efficacia. Cosa confermata da molte donne. In questo modo si potrà dare una risposta non invasiva e tra le più efficaci, in collaborazione con gli oncologi e i fisioterapisti, direttamente qui in Urbino all’ospedale”.

L’assessore Filippo Saltamartini ha rassicurato sull’Ospedale di Urbino, garantendolo come ospedale di primo livello. “Questa nuova tecnologia nasce da una bella collaborazione tra il personale. Qui ci sono grandi professionisti e bisogna vantarsene e sostenerli, visti gli impegni e i sacrifici. E, soprattutto, si dimostra che anche in un piccolo ospedale si può fare ricerca. Complimenti al dottor Condemi e a tutti che qui lavorano”.

“Siamo contenti quando c’è qualcosa da inaugurare e dovrà esserci sempre più spesso questo. Tutti i giorni mi relaziono con il personale e con l’assessore Saltamartini. Urbino deve essere sempre di più culla e centro importante per l’innovazione”, ha dichiarato l’assessore comunale alla sanità Elisabetta Foschi.

Testo di Francesco Pierucci

 

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